Il campo è quello della finanza e i tre protagonisti del fenomeno sono: un bene, sia esso l’azione di un’azienda, una valuta o una materia prima, il mercato all’interno del quale questo bene viene scambiato e le persone disposte a farlo. Si innesca una bolla speculativa quando, senza motivi apparenti e senza che sia supportato da notizie positive, il prezzo di un bene cresce a dismisura discostandosi dai valori a lui consoni secondo i suoi fondamentali. I fondamentali di un bene sono i suoi numeri sottoforma di fatturato, di utile, di potenzialità che determinano il suo prezzo, quando questo raggiunge valori che sono impossibili da sostenere e immaginano aspettative e risultati difficilmente ottenibili, si dice che il prezzo è fuori mercato, con molta probabilità si è all’interno di una bolla speculativa che è destinata, prima o poi a scoppiare.
Un fenomeno di questo tipo non è giustificato da nessuna base razionale, è un’anomalia generata più che altro da aspetti psicologici, da un bene talmente innovativo o alla moda che porta a una vera e propria mania e alla corsa all’acquisto.
Solitamente questa corsa è alimentata da investitori non professionali e soprattutto inesperti che spinti dall’euforia del momento auspicano dei guadagni senza soffermarsi sulle motivazioni che hanno portato a determinati prezzi. Nella maggior parte dei casi salgono sul carro nell’ultima fase della bolla speculativa, quando cioè il valore del bene è vicino al suo massimo e la bolla pronta a esplodere portando la quotazione addirittura al di sotto del suo valore reale, quando cioè si presenta la vera opportunità per acquistare.
Esempi del passato
La storia è ricca di esempi di bolle speculative eppure la memoria degli investitori è breve e non riesce a imparare dalle lezioni del passato, se ogniqualvolta se ne ripresenta una, continua a inciampare negli stessi errori. Una delle più emblematiche bolle speculative risale addirittura al 1600 e il bene che la scatenò furono i tulipani. Il loro prezzo arrivò a toccare livelli straordinari, spinto dai nobili disposti a tutto pur di accaparrarsi il fiore, prestigioso e raro. La speculazione esagerata portò la bolla ad esplodere e sul lastrico, senza più un centesimo, centinaia di olandesi.
Del secolo scorso è la grande crisi, culminata nel Martedì nero del 1929, in cui la Borsa di New York ebbe un crollo vertiginoso che si arrestò soltanto nel 1932 con un calo dell’89% dal picco più alto. Le azioni di Wall Street avevano raggiunto prezzi ben al di sopra del giusto rapporto tra prezzi stessi e utili, la crescita incoraggiava inoltre altre persone ad avvicinarsi ai mercati, facendo ulteriormente salire i prezzi già vertiginosamente alti.
Ma senza andare troppo indietro nel tempo è molto più vicina quella che nel 2000 ha raggiunto il suo culmine sul Nasdaq, l’indice tecnologico americano. Ha inizio nel 1997 con la nascita di internet, intorno al quale proliferano nuove aziende destinate a fallire allo scoppio della bolla, perché scarsamente capitalizzate e di dimensioni piccole con spesso soltanto un azionista come unico fondatore, ottennero consensi in previsione di profitti futuri, ma talmente prive di contenuti che nella maggior parte fallirono. La scrematura fu totale e dalla selezione sopravvissero soltanto le aziende con solide basi o quelle con reali prospettive come Amazon che nel 2000 toccò l’apice a oltre 100 dollari per poi crollare a 7, ma che oggi è scambiata a oltre 1.500 dollari.

Il grafico di una bolla speculativa
Il grafico di ogni bolla speculativa presenta sempre le stesse caratteristiche, una crescita rapida dei prezzi che arrivano a toccare livelli mai raggiunti prima e al di fuori di ogni logica. Altrettanto spesso, più è veloce e vertiginosa la salita tanto più profondo e pericoloso sarà il crollo, come si può facilmente notare confrontando grafici di bolle speculative diverse, come quelle che hanno interessato il Nikkei, il sopracitato Nasdaq o l’oro.
Da questo stesso confronto balza all’occhio come quasi identico al boom tecnologico del 2000 appare la crescita, e per il momento soltanto quella, del fenomeno bitcoin, la nuova moda del momento. Sembra che gli ingredienti ci siano tutti per la nuova bolla del ventunesimo secolo.