Già da molti anni i mercati vedono con molta attenzione ai tassi di interesse come un termometro della bontà della remunerazione derivante dal prestito effettuato che poi è in funzione della credibilità ovvero della solvibilità del debitore (sia esso pubblico che privato).
Gli interessi vengono calcolati su moltissimi prodotti finanziari: mutui (con particolare attenzione all’Euribor e all’IRS), prestiti, finanziamenti, c/c, obbligazioni, titoli di Stato, tassi ufficiali di sconto e molto altro.
Tra le varie tipologie di interessi si possono distinguere gli interessi semplici dagli interessi composti: questi ultimi tengono conto del montante maturato con gli interessi sul quale vengono nuovamente calcolati gli interessi.
Nel settore dei tassi ufficiali di sconto particolare interesse è l’Euribor, il tasso Refi (tasso per le operazioni di rifinanziamento) ovvero il tasso di interesse della BCE.
Molto seguiti sono ovviamente anche i tassi di interesse stabiliti dalla FED.
Mentre sull’erogazione dei prestiti, finanziamenti, mutui, emissione di obbligazioni, titoli di Stato ed altri strumenti simili un minore tasso applicato indica il basso rischio di insolvenza, un basso tasso ufficiale da parte della FED, BCE o altre istituzioni simili può anche indicare (ma non necessariamente) che il Paese necessita di espansione monetaria e che probabilmente si sta affrontando un periodo un po’ delicato.
La politica monetaria di un Paese è molto importante e spesso uno degli strumenti usati è proprio il tasso ufficiale di sconto.