Gli ETF – exchange traded fund – vengono negoziati in borsa e replicano passivamente l’andamento di un indice ovvero di un benchmark, sono strumenti finanziari presenti in Italia dal 2002 (dopo 10 anni si è arrivati a circa 500 ETF quotati) e in America dagli anni ’90. L’ETF, così come l’ETN (Exchange Traded Notes) e l’ETC fanno parte dell’ETP (Eschange traded product).
Questo prodotto consente di potere investire anche piccoli importi nei segmenti di mercato più particolari.
Il costo di gestione pertanto è molto contenuto rispetto ad esempio ad un fondo comune di investimento arrivando anche a costare meno dello 0,1% di commissioni totali annue (TER). La gestione è piuttosto semplice in quanto la società emittente deve solo replicare l’indice. Non c’è quindi la variabile delle strategie di gestione da parte del gestore che a volte può dare risultati migliori, altre volte peggiori, rispetto all’indice di riferimento.
Rispetto ai fondi comuni di investimento l’ETF ha alcuni vantaggi: la quotazione dei fondi viene effettuata giornalmente in serata mentre gli ETF hanno una quotazione nel durante della sessione aperta della borsa – si negoziano sull’ETF Plus – così come fosse un’azione.
Così come i fondi comuni di investimento e le SICAV anche il patrimonio conferito negli ETF è autonomo e separato da quello dell’emittente così anche un eventuale fallimento da parte della società emittente non mette a repentaglio l’ETF che risente solamente delle condizioni normali del mercato in cui investe.
L’ETF è uno strumento molto flessibile, alcuni intermediari consentono di vendere anche allo scoperto l’ETF effettuando così operazioni short che potrebbero essere utili sia ai fini speculativi e sia per fini di hedging ovvero di protezione del proprio portafoglio nel caso in cui si detenga un corrispettivo di titoli identico all’ETF che si vende allo scoperto.