Le opzioni (dette anche option) fanno parte della famiglia dei derivati asimmetrici e sono contratti con il quale il possessore dell’opzione può acquistare (opzione call) o vendere (opzione put) il titolo (o un indice) sottostante rappresentato dall’opzione ad un prezzo di esercizio entro una scadenza prefissata.
Le opzioni hanno una quotazione costante, di solito garantita anche dai market maker, e pertanto non è necessario attendere la scadenza per vendere l’opzione. Il mercato delle opzioni è molto sviluppato grazie alle varie caratterisitiche che queste offrono.
Un approccio professionale con questi prodotti può consentire di sviluppare strategieoperative molto interessanti e profittevoli impiegando peraltro risorse molto contenute.
Con le opzioni infatti si può guadagnare (e conseguentemente perdere) in virtù dell’operatività messa in atto. Paradossalmente se l’operatività è corretta si può guadagnare (e tanto) anche se il mercato rimane fermo.
Una cosa fondamentale da comprendere è che le opzioni sono strumenti derivati e come tali l’operatività espone ad alti rischi, in particolare con l’acquisto di call o put la perdita massima è l’importo investito mentre con la vendita di call o put la perdita massima è illimitata e superiore al capitale investito, così normalmente viene sostenuto. In verità solo la vendita delle call comporta perdite potenzialmente illimitate mentre la vendita delle put può causare perdite massime che si possono calcolare tenendo in considerazione che il titolo sottostante possa arrivare a zero: la perdita pertanto sarà elevata, probabilmente superiore al capitale investito ma comunque limitata. A fronte di ciò è evidente l’alto rischio di questa operatività.
Le opzioni vengono definite in the money, at the money o out of the money se lo strike price è rispettivamente superiore, uguale o inferiore al valore del sottostante.
Per calcolare il prezzo dell’opzione può essere utile adottare la formula di Black and Sholes.
Per calcolare il valore di un’opzione e comprendere la reattività della stessa occorre prendere in considerazione il prezzo di esercizio, il prezzo e la volatilità corrente del sottostante nonchè i dividendi previsti durante la vita dell’opzione, la vita residua dell’opzione, il tasso di rendimento a breve termine di attività privi di rischio (Eurepo, tasso sui prestiti interbancari garantito da titoli).
Si ricorda infine che le opzioni – così come i futures – possono essere usate a fini speculativi o a protezione di altri investimenti (hedging).