La Deviazione Standard

La deviazione standard – “standard deviation” o volatilità è statisticamente lo scarto quadratico medio o radice quadrata della varianza. Misura quindi lo scostamento medio di una variabile dal suo valore atteso. La deviazione standard nel caso del rendimento la volatilità rende un’idea di quanto si allontana mediamente il rendimento dal suo valore atteso.

La deviazione standard è comunemente utilizzata per la misura del rischio statistico di un investimento, tramite la deviazione standard si può studiare la volatilità nel tempo dei rendimenti. La deviazione standard è la media ponderata degli scarti dalla media aritmetica elevati al quadrato e rappresenta l’errore che si commette se si assume il valore medio come rappresentativo di tutti i valori dell’universo statistico considerato.

Essa indica quindi, il grado di dispersione dei rendimenti intorno alla loro media e rappresenta l’incertezza associata alla possibilità di ottenere un ritorno dall’investimento pari alla media stessa.

Più è piccola la deviazione standard, maggiore è la probabilità di ottenere un rendimento vicino a quello medio. Al contrario, se lo scarto quadratico medio ha un valore elevato, la dispersione dei singoli rendimenti – quotidiani, settimanali, mensili, ecc – ottenuti dal fondo nell’arco di tempo considerato è consistente e quindi il ritorno atteso presenta un’ampia volatilità, ossia un elevato grado di incertezza. Una deviazione standard pari a zero è la conseguenza di una volatilità nulla e dunque la certezza di ottenere un rendimento pari al valore medio.

Se si ha a disposizione una serie storica di rendimenti del fondo di almeno cinque anni, allora la deviazione standard può essere un buon indicatore del rischio futuro in quando segnala l’ampiezza delle oscillazioni con cui il rendimento fluttua intorno alla media.

La deviazione standard presenta un limite nel non tener conto di un fattore di estrema importanza: l’asimmetria della distribuzione dei dati. La causa di tale limite è da ricercarsi nella configurazione matematica dell’indicatore stesso: essendo determinato utilizzando valori elevati al quadrato, il suo valore assoluto non discerne tra valori positivi e negativi, inoltre la deviazione standard non riflette il diverso atteggiamento che l’investitore ha nei riguardi dei rendimenti positivi e di quelli negativi: la volatilità positiva è interpretata come capacità di generare rendimenti superiori e solo la volatilità negativa viene considerata rischio vero e proprio.

In linea generale, più l’indicatore assume valori alti, più il valore della quota subisce forti oscillazioni nel tempo. È un indicatore relativo che non ha valore se non lo si rapporta alla deviazione standard calcolata sul benchmark o ad esempio su altri fondi comuni di investimento della stessa categoria.

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