Il Decreto Legge n.138 del 13 agosto 2011 ha sconvolto ed armonizzato l’intera tassazione delle rendite finanziarie. In considerazione della variazione della tassazione e dell’incidenza che questa ha sulle diverse tipologie di investimenti è opportuno fare un’ampia riflessione in quanto un’errata percezione della tassazione può generare rendimenti netti inaspettati.
E’ doveroso sottolineare come la nuova tassazione non è di per sè peggiorativa in quanto alcuni strumenti finanziari ne traggono benefici tuttavia una consistente parte di tipologie di investimenti subiscono una tassazione ben più elevata della precedente. Questo argomento per quanto semplice è piuttosto articolato e complesso.
Per chiarire subito le curiosità più comuni si è deciso di riportare sinteticamente l’incidenza della nuova tassazione:
Il rendimento ottenuto con il conto corrente, il conto deposito, i libretti di risparmio e i certificati di deposito prima del 2012 era tassato al 27%, dal 1° gennaio 2012 il capital gain di questi strumenti finanziari vengono tassati al 20%.
Il rendimendo delle obbligazioni, i pronti contro termine, le azioni, i fondi, le Sicav, ETF, polizze vita, derivati e forex prima veniva tassato al 12,50% mentre dal 1° gennaio 2012 sono il capital gain viene tassato al 20%.
I rendimenti sui titoli di Stato vengono tassati sempre al 12,50% anche dopo il 2012. Attenzione, i futures sui BTP, pur riferendosi sempre ai titoli di Stato, vengono tassati al 20%.
Si ritiene utile approfondire le caratteristiche e l’incidenza del nuovo capital gain su alcune delle principali tipologie di investimento e di prodotti finanziari.
Il regime fiscale degli investimenti può cambiare nel corso degli anni ed è quindi opportuno comprendere e monitorare le variazioni che sono comunque sempre riportate sulla gazzetta ufficiale. Ulteriori informazioni in merito vengono di solito rilasciate anche presso gli sportelli di qualsiasi banca.
Qui si possono approfondire vari temi della tassazione del capital gain