Return On Equity: come si calcola il ROE, quando si Isa, Formula e Definizione

Investire nei mercati finanziari non è una esperienza semplice, la conoscenza e l’informazione sono degli ottimi alleati, così come il sangue freddo e il non lasciare che a decidere sia l’aspetto psicologico, spesso condizionato da paura e nervosismo. Ma nella scelta di una società nella quale investire, ci sono molti indicatori che corrono in soccorso degli investitori, il ROE è uno di questi.

Return On Equity

Il ROE, letteralmente return on equity, è un indicatore che saggia la redditività di una società. Solitamente quando la scelta è fatta con criterio e non dettata dall’irrazionalità che spesso porta a investire in modo sbagliato, si preferisce un’azienda con tendenza alla crescita, dalle buone prospettive e che crea profitto. Il ROE è lo strumento ideale in grado di definire lo stato di buona salute di una società, non da solo e magari coadiuvato da altri indicatori che della stessa società danno anche altre informazioni, ma sicuramente uno dei più importanti.

Calcolo del ROE e sua definizione

Il ROE si ottiene dal rapporto tra il reddito netto di esercizio e il proprio capitale e moltiplicando il risultato per 100. Il valore percentuale che si ottiene è l’informazione più cara all’investitore che in questo modo scopre la vera redditività di un’azienda, ossia quanto è stato l’utile netto calcolato in euro che la società in questione è stata in grado di realizzare ogni 100 euro di capitale di rischio. Il ROE è un indice sintetico di tutte le aree di gestione che fanno parte del numeratore, ossia del reddito netto, sintetizza l’efficacia e l’efficienza di una direzione che ha saputo prendere decisioni dai risultati positivi nella gestione patrimoniale, finanziaria, accessoria e anche in merito alla posizione fiscale.

Utilizzo del ROE

Analizzare il ROE di una società senza averne almeno un’altra con la quale confrontarlo, è un’operazione fine a se stessa, l’indicatore infatti mostra in maniera evidente la sua validità nel confronto, naturalmente di aziende che operano nello stesso settore. Da questo paragone infatti si evince facilmente quale sia la società che ha generato più profitti, facendo pendere verso quest’ultima la scelta di investimento che il risparmiatore deve compiere.
Ma se si vuole approfondire lo studio e la conoscenza di un’azienda bisogna prendere in considerazione il premio che si ottiene rispetto al rischio che si assume.

Return On Equity

Il cosiddetto premio al rischio è la differenza tra il ROE e il rendimento netto che i titoli a basso o rischio praticamente nullo offrono agli investitori, un esempio ne sono i titoli di Stato. E la differenza tra questi due valori deve essere tale da giustificare il rischio corso, altrimenti converrebbe di più rifugiarsi nel porto tranquillo degli investimenti sicuri. Maggiore sarà questo premio, questo rendimento extra, migliore sarà considerato l’investimento in quella società che evidentemente si comporta meglio e genera più profitti della concorrenza.

Limiti di utilizzo

Il ROE ha però due limiti che emergono dal suo calcolo. Il primo riguarda le svalutazioni o le operazioni di buyback, in questi due casi i minori guadagni si faranno notare soltanto nel periodo successivo. Questo significa che al denominatore il capitale proprio diminuirà portando ad un calcolo del ROE maggiore, ma che non tiene conto appunti della svalutazione o del buyback. Il secondo limite del ROE è rappresentato dall’indebitamento, infatti il ROE non dice se l’alto profitto di un’azienda dipende da un forte indebitamento o se è totalmente sostenuto ricorrendo alle proprie forze. Il ROE infatti si alza anche a seguito di un aumento dei debiti e questo nei mercati finanziari è tutt’altro che una buona notizia.

Proprio per questo, nell’analisi di un titolo, non bisogna mai soffermarsi a una valutazione sommaria e parziale ma prendere in considerazione più indicatori che si completano a vicenda e quante più informazioni possibili riguardanti il titolo stesso.

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